
Truffa in Sardegna e frode ai danni dello Stato: l’applicazione del Decreto 231/01
28 Maggio 2018
Come risaputo, il D.Lgs.231/01 condanna le aziende e gli enti che hanno commesso trasgressioni per ottenere vantaggi illeciti.
Tra i reati sanzionabili dalla normativa, vi sono:
- I reati societari, tra cui le false comunicazioni sociali
- Le trasgressioni contro la pubblica amministrazione (la corruzione di pubblici funzionari per ottenere autorizzazioni)
- Le violazioni per riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita
- I delitti contro l’industria ed il commercio
- La malversazione a danno dello Stato
Lottizzazione abusiva e danni ai Servizi Energetici di Roma
In seguito a queste premesse, è importante analizzare il caso relativo al sequestro preventivo di: due impianti fotovoltaici, 280 conti correnti, cassette di sicurezza e quote societarie, avvenuto in Sardegna. I finanzieri di Cagliari, gli ispettori del corpo forestale e di vigilanza ambientale stanno eseguendo delle indagini nei confronti di due società sarde accusate di associazione a delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato e lottizzazione abusiva.
Le sedi coinvolte sono due, alle quali è stata conferita la responsabilità parapenale che implica il pignoramento di due impianti fotovoltaici ed i relativi terreni, per un totale di ben 18 ettari, contandone in totale 130, considerando fabbricati e aree rimanenti, situati in Sardegna ed Emilia Romagna. I vantaggi ottenuti fraudolentemente ammontano circa a 16 milioni di euro.
Sono stati considerati responsabili del reato cinque soggetti: Paolo Magnani, responsabile di una delle sedi coinvolte, Giovanni Battista Massa, Efisio Muntoni, Paolo Franco Balia, Roberto Bachis e Valerio Veltroni, fratello del politico Walter. La difesa si tutela affermando che sono stati eseguiti numerosi controlli due anni fa, dai quali però non erano emerse irregolarità.
Attualmente, sono state attribuite responsabilità penali per truffa in seguito all’erogazione di un servizio pubblico illecito, ai danni del gestore dei servizi energetici di Roma (G.s.e). Logicamente, per ottenere i permessi, è stato raggirato l’intero sistema: inizialmente infatti è stato presentato un progetto totalmente diverso da quello accettato dagli uffici tecnici comunali di San Giovanni Suergiu e Santadi, luoghi in cui erano collocati gli impianti.
Le strutture, costruite inizialmente per essere delle serre fotovoltaiche, in realtà non sono mai state effettivamente funzionali per la realizzazione di attività agricole e di fatto negli anni hanno portato a guadagni irrilevanti.
La frode è avvenuta attraverso la produzione su larga scala industriale di energia elettrica. Per le due imprese è stata applicata la normativa 231/01, riguardante la responsabilità amministrativa degli enti, che ha permesso il sequestro per equivalente a carico delle due società agricole, ritenute delle vere e proprie imprese commerciali.
Queste ultime hanno beneficiato di:
- Un regime tributario, emerso in seguito all’analisi dei redditi dichiarati. Le due società infatti si sono sottratte a innumerevoli tassazioni, ottenendo un compenso di circa 21 milioni di euro
- Un’agevolazione su base catastale del reddito di prodotto
- Un’indebita percezione di contributi pubblici
- Un’evasione fiscale di 42 milioni di euro
Sono tuttora in corso, da parte della Guardia di Finanza, specifiche verifiche dirette ad individuare le eventuali responsabilità amministrative per danno erariale. Ciò è conseguente ai comportamenti tenuti dai componenti dell’associazione illecita per aver indotto in errore il G.s.e, specialmente sul possesso dei requisiti richiesti per accedere alle provvidenze pubbliche, erogate a titolo di “contributi tariffe incentivanti fotovoltaico”.
I controlli hanno permesso di impedire un’ulteriore rovina delle economie locali, causata da un utilizzo non consono delle risorse territoriali e di una concorrenza spietata a danni di terzi.
L’operazione compiuta dalla Guardia di Finanza e dal Corpo Forestale è stata nominata “Eclissi”. Ad oggi sono soggette a numerosi controlli le società Enervitabio San Giovanni e Enervitabio San Nicola, proprietarie degli impianti.
I titolari delle aziende hanno falsamente dichiarato che la principale attività svolta era quella agricola, risultata invece quasi inesistente.
Il D.Lgs. 231/01 è stato idealizzato per proteggere l’immagine del personale e della sua azienda.
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[Fonti: vistanet.it; imgpress.it; casaeclima.com; ansa.it]