
D. Lgs 231/01 e sicurezza sul lavoro: i macchinari non a norma
10 Ottobre 2018
Conosciamo molto bene il D.Lgs 231/01, secondo il quale l’ente è colpevole dei reati commessi da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione, direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale in favore dell’ente stesso o a suo vantaggio. Per tutelare l’ente è necessario adottare un modello di organizzazione, conosciuto come MOG, al fine di realizzare un completo sistema di controllo e organizzazione interno.
È importante sapere che le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei dipendenti devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto.
Quando un’azienda acquista uno strumento e lo mette a disposizione dei lavoratori esso deve essere:
- Accompagnato dal certificato di conformità
- Presentato con un segno di marcatura CE – il cui acronimo significa Conformità Europea-
- Corredato dal libretto di uso e manutenzione
IL CASO 40931 DI SETTEMBRE 2018
La Cassazione ha affrontato la tematica riguardante la responsabilità del datore di lavoro qualora quest’ultimo fornisca ai propri collaboratori strumenti non conformi alla normativa di sicurezza.
Nello specifico, in data 5 aprile 2011 l’operaio di una ditta specializzata nelle lavorazioni e fusioni di metalli, nell’atto di procedere all’estrazione di una ventola da una macchina denominata assemblatrice ventole, ha subito gravi danni alla mano destra. Il macchinario era stato afferrato dall’uomo con entrambe le braccia al fine di svincolare la ventola da uno dei supporti laterali su cui essa veniva posizionata per la lavorazione e dal quale non si era staccata. Il mancato distacco dal supporto provocava la ritrazione della ventola, a mezzo dello stantuffo, verso il corpo macchina, con conseguente schiacciamento della mano destra dell’operaio tra il disco della ventola e lo stesso corpo macchina.
L’incidente è quindi stata la diretta conseguenza del mancato utilizzo della gru necessaria per agganciare tale ventola, dispositivo atto al fine di evitare incidenti analoghi a quello occorso.
Perché, secondo il D. Lgs è possibile parlare di responsabilità penale dell’ente?
Innanzitutto, dobbiamo specificare che l’infortunio del dipendente è stato causato da un macchinario non a norma di legge, selezionato al fine di ottenere una produzione più immediata.
Così la Cassazione, nella sentenza del 24 settembre 2018, in particolar modo la numero 40391, conferma:
- La responsabilità dell’amministratore delegato della società che aveva fornito in comodato d’uso il materiale non a norma per a sua posizione di garanzia della sicurezza in favore del comodatario – secondo quanto annuncia l’articolo 23 del D.Lgs 81/2001-
- La responsabilità della società che ha ricevuto il macchinario poiché questo, in seguito al suo scorretto utilizzo, ha provocato l’infortunio del lavoratore: l’azienda in questione, come anticipato, ha avuto un interesse o vantaggio – accelerare i tempi della produzione e avere un risparmio di spesa- e inoltre non era dotata di un modello organizzativo idoneo a prevenire l’evento.
Il D. Lgs. 231/01 interdipendente dalla sicurezza del lavoratore
Quando si parla di tutela dei lavoratori e di sicurezza sui luoghi di lavoro, il d.lgs. 81/2008, ovvero il “Testo Unico per la Sicurezza del Lavoro”, non può che rappresentare la base disciplinare di maggiore interesse e rilevanza. Il D.lgs. 81/2008 è un provvedimento normativo che è stato infatti emanato al fine di riordinare e di coordinare tutte le norme in materia di salute e di sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro.
Tra i tanti risvolti di particolare rilevanza di questo provvedimento, rammentiamo innanzitutto come il decreto stabilisca il modo in cui debbano essere obbligatoriamente effettuate una serie di azioni preventive, come la valutazione dei rischi in azienda e, conseguentemente, debbano essere adottati una serie di interventi per il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori.
Il caso 40931 affrontato dalla Cassazione ha messo in evidenza il rapporto tra responsabilità amministrativa dell’ente e l’articolo 23 del D.Lgs n.81, nel quale si afferma:
- Sono vietati la fabbricazione, la vendita, il noleggio e la concessione in uso di attrezzature di lavoro, dispositivi di protezione individuale ed impianti non rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
- In caso di locazione finanziaria di beni assoggettati a procedure di attestazione alla conformità, gli stessi debbono essere accompagnati, a cura del concedente, dalla relativa documentazione.
L’infortunio sul luogo di lavoro commesso in questo caso può essere attribuito all’ente in seguito alla violazione della normativa. Ecco perché la Cassazione ha condannato l’impresa per aver incentivato l’utilizzo di macchinari non conformi.
Solo attraverso un MOG la società in questione avrebbe potuto tutelarsi in via preventiva dalla commissione del reato. L’adozione di strumenti a norma di legge per garantire la necessaria protezione del personale è di primaria importanza.
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